Alessandro, un mio amico dei tempi del liceo, non dimenticò mai il giorno in cui sperimentò la fame. Non si trovava in paesi di guerra o situazioni particolarmente critiche. Stava viaggiando in treno per la Spagna e aveva ormai dato fondo al suo budget: gli era rimasto il minimo indispensabile per tornare a casa. Sulla carrozza risto-bar di uno dei treni vide un uomo che aveva appena comprato un panino e che dopo pochi morsi, inspiegabilmente lo aveva gettato nell’immondizia. Senza farsi notare Alessandro, tirò fuori il panino dal cestino e lo addentò. Mi raccontò che superato il momento di vergogna, lo invase una sensazione di enorme calore. Fu il migliore pasto che avesse mai fatto in vita sua.
Trovo che sia sempre incredibilmente interessante notare, come le persone passino la vita a preoccuparsi di ciò che potrebbe mancare loro: il denaro, il cibo, l’amore, la salute, le persone che amano, vivendo nella costante paura di disgrazie imminenti, con la speranza di poterle schivare. Eppure, quando i giorni della fame arrivano, e arrivano per tutti, accade spesso qualcosa di bizzarro e paradossale. Smettiamo di stare nella nostra testa e di temere il peggio e semplicemente entriamo in azione, un passo alla volta. Ciò che sembrava così spaventoso in realtà smette di esserlo, poiché finalmente ci svegliamo dall’incubo del “e se un giorno questo dovesse mancare nella mia vita?”, e semplicemente torniamo a vivere. Non sono i giorni della fame, in cui ci viene a mancare qualcosa di importante la vera disgrazia. La vera disgrazia, e il vero incubo da cui svegliarsi, sono i giorni dell’abbondanza vissuti nella paura di perdere ciò che si ha, incapaci di goderne, incapaci di respirare a pieni polmoni, incapaci di vedere la propria immensa fortuna e la vita che pulsa intorno a noi. SVEGLIATI! La tua vita è decisamente meglio di come la stai pensando. La vita è meglio dei tuoi pensieri di paura sulla vita. SVEGLIATI!
Hai bisogno di davvero poche cose nella vita per viverla appieno. E la migliore è una mente sgombra, capace di apertura e di cogliere appieno tutto quello che di meraviglioso ha sempre da offrirti il questo istante. Per citare mio marito Alex “Tutti noi, ci siamo lanciati in questo volo che si chiama vita senza paracadute. Alcuni si sono lanciati ad alta quota, altri a bassa quota. Siamo tutti destinati ad un atterraggio di impatto che segnerà la fine del nostro volo. Il problema non è quanto lungo sia il volo ma quanto saremo in grado di godercelo!”. Tu come me sei senza paracadute e presto o tardi il volo finirà, ma nulla può impedirci di stendere le braccia e fare evoluzioni e godere immensamente dell’aria e del panorama che si staglia sotto di noi. E in questo volo, sarai sempre in compagnia di tutti noi… La paura è superflua, il controllo non ti serve. Goditi il volo. Spalanca gli occhi sul mondo e SVEGLIATI… Ora. Senza attendere un istante in più.
Dalla tua coach in viaggio dentro e fuori di sé… dalla tua coach che sente la morte come una energia potente che le fa godere enormemente di ogni istante di vita è tutto… alla prossima…
Chiara